a cura di Lucio Pietrangeli

Una delle produzioni più rappresentative del casertano è sicuramente quella vinicola, un’attività che nell’ultimo decennio ha avuto grandi riscontri e successi da parte di un pubblico di appassionati sempre più vasto.

La provincia di Caserta può vantare un territorio stupendo e variegato, dove la grande piana campana (olim Terra Felix), da un lato, è accarezzata dalla dolce brezza marina del Tirreno e, dall’altro, si inerpica lungo le maestose vette dell’Appennino Meridionale. Il clima mite e le passate attività vulcaniche hanno reso il terreno particolarmente generoso e ideale per la produzione vitivinicola; non è quindi un caso se già solo nella vasta area che si estende a nord del Volturno è possibile incontrare tre importanti produzioni DOC: il Galluccio, il Falerno del Massico e il Casavecchia di Pontelatone.

Il Casavecchia di Pontelatone

Tra le DOC più “giovani” riconosciute troviamo il Casavecchia di Pontelatone. Questo pregiato vitigno interessa l’intera fascia di territorio compresa tra i comuni di Formicola e Castel Campagnano. La vicinanza al fiume Volturno regala da sempre una buona escursione termica, con livelli di umidità e caldo che riescono a dare giusta forza e freschezza al vino. L’origine di questo vitigno è antichissima: è possibile che coincida con l’uva del vino Trebulanum, forse proveniente dall’insediamento di Trebula Balliensis (Treglia, frazione di Pontelatone), citato da Plinio il Vecchio nel XIV libro della Naturalis Historia. La storia moderna riferisce del ritrovamento di una vite, da parte di un contadino, nei pressi di un rudere di una vecchia casa di Pontelatone e da lì il nome.

Il Casavecchia è un vitigno “spargolo”… cosa significa?
Che il grappolo è formato da pochi e piccoli acini che contengono un succo concentrato. La denominazione di origine controllata Casavecchia di Pontelatone è riservata solo ai vini “Rosso” e “riserva” costituiti  da Casavecchia per almeno l’85%. L’intenso colore rubino è accompagnato da un profumo persistente, un sapore morbido, sapido e giustamente tannico; è un vino che sposa in maniera straordinaria i piatti a base di carne e formaggi stagionati.

Il Galluccio DOC

L’altra giovane DOC è il Galluccio, nei tipi bianco, rosato e rosso (anche riserva), prodotto nei comuni di Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro, Tora e Piccilli, tutti nell’area nord-est del Roccamonfina. La grande qualità delle uve di questo territorio è nota già nel ’400, come testimoniato dal famoso umanista Giannantonio Campano, nativo proprio di Galluccio. Nella varietà “bianco”, il Galluccio DOC è composto almeno per il 70% da Falanghina, ha un bel colore giallo paglierino, profumo fruttato e un sapore fresco e secco. Il “rosso” si presenta con un colore rubino, un profumo molto delicato e un sapore asciutto e fresco. Nella versione “rosato”, infine, il colore è più o meno intenso, il profumo tende al fruttato mentre il sapore è sempre fresco e armonico. Sia il rosso che il rosato sono composti da almeno il 70% da Aglianico. A differenza del bianco, che si abbina perfettamente a piatti a base di pesce, il rosso accompagna piacevolmente pietanze a base di carne e formaggi stagionati.

Il Falerno del Massico

Dal territorio caiatino-trebulano, oltre il Roccamonfina, si raggiunge l’agro Falerno, la terra che custodisce uno dei primati più importanti del settore vinicolo, “la prima DOC della storia enologica mondiale”, il Falerno del Massico. Questa pregiata uva viene allevata nel territorio compreso tra il versante occidentale del Roccamonfina e la costa Tirrenica, nei comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola. Furono i Greci prima, poi gli Etruschi e i Romani a introdurre e dare impulso, qui, alla viticoltura. Ne è una preziosa testimonianza la produzione del vino Falernum e la presenza di numerose ville rustiche dove veniva prodotto e conservato questo storico vino autoctono. Le anfore di Falernum venivano imbarcate sulle navi che partivano dalla foce del Garigliano e dal porto di Sinuessa (l’attuale Mondragone) per raggiungere i paesi del Mediterraneo e dell’Europa del nord. Era il “vino degli Imperatori”, il più costoso e ricercato sulle tavole degli antichi Romani. Il vino Falerno DOC è riconosciuto nelle varietà di Bianco (costituito da Falanghina per l’85%), Rosso anche riserva (composto da Aglianico al 60% e Piedirosso al 40%) e Primitivo anche riserva o vecchio (Primitivo all’85%). I colori spaziano dal paglierino del Bianco al rubino intenso del Rosso e del Primitivo. Il sapore delizia il palato con il sapido e l’asciutto del Bianco e con le note più robuste del Rosso e del Primitivo. Gli abbinamenti ideali per il Bianco sono i piatti di pesce e la mozzarella di bufala; il Rosso e il Primitivo sono perfetti per accompagnare salumi, carni rosse e salsicce. Il glorioso passato di questa terra si manifesta ancora oggi in una produzione di altissimo valore.

Tali pregiati vini DOC svelano, in ogni assaggio, la storia di un meraviglioso territorio, il fascino delle sue millenarie tradizioni e gli straordinari e genuini sapori unici che gli esperti viticultori salvaguardano e celebrano con enorme fatica e tanta passione da molte generazioni.

 

ENGLISH VERSION

A journey through the DOC wines of Medio Volturno

One of the most representative productions of the Caserta area is certainly the wine, an activity that over the last decade has had great achievements and successes from an increasingly wider audience of enthusiasts. The province of Caserta can boast a wonderful and varied territory where the large plain of the Campania (olim Terra Felix), on the one hand, is caressed by the gentle sea breeze of the Tyrrhenian Sea, and on the other, it climbs along the majestic peaks of the southern Apennines. The mild climate and past volcanic activity have made the soil particularly generous and ideal for wine production; it is therefore not a coincidence that already in the vast area that extends north of the Volturno, it is possible to meet three important DOC productions: the Galluccio, the Falerno del Massico and the Casavecchia di Pontelatone.

Casavecchia di Pontelatone

Among the most “young” DOCs, we find the Casavecchia di Pontelatone. This prized vine covers the entire area of the territory between the municipalities of Formicola and Castel Campagnano. The proximity to the Volturno river has always given a good temperature range, with humidity and warm climates that are able to give the right strength and freshness to the wine. The origin of this vine is very ancient: it is possible that it coincides with the Trebulanum wine grape, perhaps coming from the settlement of Trebula Balliensis (Treglia, a hamlet of Pontelatone), mentioned by Plinio il Vecchio in the XIV book of the Naturalis Historia. Modern history refers to the discovery by a farmer of a vine near a ruin of an old house in Pontelatone and from there comes the name. Casavecchia is a loosely olustered vine … what does that mean? That the bunch is made up of a few small berries, which contain a concentrated juice. The Casavecchia di Pontelatone controlled denomination of origin is reserved only for “Rosso” and “riserva” wines made up of Casavecchia for at least 85%. The intense ruby color is accompanied by an overwhelming and persistent aroma, a soft, savory and perfectly tannic flavor; it is a wine that marries meat dishes and aged cheeses in an extraordinary way.

Galluccio DOC

The other young DOC is Galluccio, in white, rosé and red (also reserve) types, produced in the municipalities of Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro, Tora e Piccilli, all in the northeast of Roccamonfina. The great quality of the grapes of this area was already known in the fifteenth century, as witnessed by the famous humanist Giannantonio Campano, a native of Galluccio. In the “white” variety, the Galluccio DOC is composed at least 70% of Falanghina, it has a beautiful blonde color, a fruity aroma and a fresh, dry taste. The “red” displays a ruby color, a very delicate scent and a dry, fresh taste. Finally, in the “rosé” version, the color can be more or less intense, the perfume tends to be fruity while the taste is always fresh and harmonious. Both red and rosé are composed of at least 70% Aglianico. Unlike white, which goes perfectly with dishes of fish, red pleasantly accompanies dishes with meat and aged cheeses.

The Falerno del Massico

From the Caiatino-Trebulano area, beyond the Roccamonfina, we reach the Agro Falerno, the land that holds one of the most important origins in the wine sector, “the first DOC in world wine history”, the Falerno del Massico. This precious grape is grown in the area between the western side of Roccamonfina and the Tyrrhenian coast, in the municipalities of Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico and Carinola. It was first the Greeks, then the Etruscans and the Romans who introduced and boosted viticulture here. The production of Falernum wine and the presence of numerous rustic villas where this historic native wine was produced and preserved is a precious testimony. The amphorae of Falernum were loaded on ships leaving from the mouth of the Garigliano river and the port of Sinuessa (today’s Mondragone) to reach the Mediterranean and northern European countries. It was the “Wine of the Emperors”, the most expensive and sought after on the tables of the ancient Romans. The Falerno DOC wine is recognized in the Bianco varieties (consisting of Falanghina for 85%), Rosso (reserve also, composed of Aglianico 60% and Piedirosso 40%) and Primitivo also reserve or old (Primitivo 85%). The colors range from a straw colored white of the Bianco to an intense ruby red of the Rosso and the Primitivo. The taste delights the palate with the sapid and dry white of the Bianco and with the more robust notes of the Red of the Rosso and Primitivo. The ideal pairings for the Bianco are the fish dishes and the buffalo mozzarella; the Rosso and Primitivo are perfect to accompany cold cuts, red meats and sausages. The glorious past of this land is still manifested today in a production of the highest value.

These precious DOC wines reveal in every taste the history of a marvelous territory, the charm of its millenary traditions for many generations and the extraordinary and genuinely unique flavors that the expert winegrowers safeguard and celebrate with enormous effort and passion.