La Natura che circonda Roccaromana
I frequentatori assidui della provincia di Caserta hanno imparato a conoscere un territorio molto diverso dagli altri.
Un territorio immenso e multiforme, che va dal mare alle cime tra le più alte dell’Appennino.
La parte meridionale, quella più “casertana”, comprende numerosi centri urbani, dove le grandi cattedrali e gli eleganti palazzi signorili sono la più viva testimonianza di un ricco passato.
Più a nord si trovano tanti comuni che manifestano apertamente le loro origini medievali, con grandi castelli e borghi che possono raccontare una storia millenaria. Tra questi troviamo Roccaromana.
È un comune sospeso tra storia e natura, quasi nascosto tra i rilievi Trebulani, nell’area della Comunità Montana Monte Maggiore.
Passeggiando tra i vicoli e le stradine del centro abitato si possono osservare affacci e scorci panoramici molto suggestivi, che abbracciano i borghi vicini dove signoreggiano le antiche
torri di guardia e l’elegante profilo del vulcano di Roccamonfina.
Un lato ancora poco conosciuto di Roccaromana, e molto affascinante, è la sua storia.
Un passato custodito e “protetto” dai boschi circostanti.
Lungo la strada provinciale che porta alla piccola frazione di Statigliano, sono ben visibili alcune tabelle che segnalano la presenza di due sentieri che si inoltrano nel bosco.
Questi si arrampicano su per la collina dove si innalza, in maniera solenne, la Torre normanna con la vicina Cappella dedicata alla Beata Vergine del Castello.
I sentieri disegnano un percorso molto suggestivo.
La loro bellezza selvaggia è da qualche anno oggetto di tutela e di valorizzazione da parte dell’amministrazione comunale, che ha accolto la proposta di riconoscimento di Area Wilderness dell’Associazione Italiana per la Wilderness. Nella bellezza di questa natura spuntano, inaspettatamente, le splendide testimonianze degli antichi signori e abitanti di questi luoghi.
I sentieri
Nel presentarvi i sentieri che vi invitiamo a percorrere, abbiamo ritenuto utile inserire qualche suggerimento che renderà la vostra escursione più sicura e piacevole.
Sentiero Torre Normanna – Chiesa Madonna di Castello è un sentiero ben segnalato e adatto a tutti. In diversi tratti si presenta leggermente in pendenza, ma percorribile senza troppa fatica, e si completa in circa 40 minuti.
Regala un’esperienza veramente rilassante e permette di ammirare la bellezza dei colori della natura, sentire i caratteristici profumi del sottobosco e ascoltare il meraviglioso “suono” della
fauna selvatica. Il sentiero raggiunge la strada carrabile che in pochi minuti porta all’ingresso della torre.
Lungo il cammino si incontrano due biforcazioni. La stradina che si incrocia al primo bivio si congiunge al Sentiero Comunità Montana Monte Maggiore. Il sentiero che parte dalla seconda biforcazione segue un percorso a tratti panoramico. In diversi punti la vegetazione si apre e lascia intravedere il magnifico paesaggio circostante.
La passeggiata porta sino all’antica mulattiera che cinge la collina del castello e da dove si prosegue fino alla torre.
A pochi metri dall’imbocco del Sentiero Torre Normanna, sempre sulla strada provinciale, si trova una piccola area pic-nic attrezzata; qui ha inizio il Sentiero Comunità Montana Monte Maggiore, ricco di fascino e di sorprese.
A pochi minuti ci si troverà dinanzi a una biforcazione. Procedendo sulla sinistra ha inizio un tratto arduo e, proprio per questo, più appassionante per gli amanti delle escursioni. Pian piano diventa più agevole, fino a congiungersi col Sentiero Torre Normanna, sul quale è possibile procedere in tutta calma.
Se alla biforcazione si sceglie di proseguire verso destra, si aprirà uno scenario diverso. Il percorso, molto agevole e comodo, rivela delle “presenze” inattese.
A quasi venti minuti di cammino, circondati soltanto dalla natura selvaggia, compare un monumentale edificio: una grande torre che si innalza solitaria tra gli alti alberi del bosco.
La sua presenza suscita grande sorpresa e anche l’attesa di imbattersi in qualche altra scoperta, che non è affatto delusa.
Proseguendo, infatti, si incontrano le mura e le torri di difesa che cingevano la collina nel tratto inferiore, non molto distanti dal moderno centro abitato.
La Torre Normanna
Munitevi di buone scarpe da trekking e di bastoncini, che saranno utili soprattutto durante la discesa, anche per evitare scivoloni lungo il sentiero spesso ricoperto da foglie.
Tutto questo imponente sistema difensivo sorge qui per proteggere un unico e più importante edificio: la Torre normanna, la dimora del castellano. La torre fu realizzata tra l’XI e il XII secolo, quando Roccaromana compare nelle prime fonti scritte documentarie, e potenziata nei due secoli successivi. Le strutture presenti sulla sommità della collina sono state oggetto di un importante intervento di restauro, seguito dall’amministrazione comunale con la collaborazione dell’Università di Napoli.
Il progetto ha incluso non solo la torre principale, ma anche la torre inferiore e la vicina Cappella della Beata Vergine, risalente al XII secolo. La torre si sviluppa su più livelli; in ciascuno di questi sono ancora visibili le tracce dei diversi servizi utilizzati dai suoi abitanti: il camino, la cisterna e la scala a chiocciola che portava ai piani superiori.
La passerella circolare esterna, situata al primo piano, permette l’affaccio sul territorio circostante, compreso tra i Monti del Matese e Monte Maggiore.
Chiaramente, al termine della vostra passeggiata o escursione, consigliamo vivamente di “provare” alcuni dei piatti tipici locali più conosciuti. Se Statigliano è famosa per il suo Cacioforte, un gustosissimo formaggio caprino stagionato meglio noto anche col nome di casuforte, non si può lasciare Roccaromana senza aver assaggiato i suoi famosi gnocchi al tegamino.
Roccaromana in cucina
La migliore occasione per gustarli è la “Sagra egli Gnocchi al tegamino”, organizzata ogni anno nel mese di luglio. Gli gnocchi vengono realizzati da alcune massaie di Roccaromana, che si riuniscono qualche giorno prima dell’evento appositamente per preparare a mano l’impasto necessario da cui si ricavano i gustosi gnocchi, che vengono poi conditi con sugo al pomodoro
(coltivati dai contadini del posto) e carne di maiale.
Tra questi vi è Rocco, dell’Agriturismo La Corte del Gusto, sempre nella frazione Statigliano, che ci rivela qualche segreto per preparare un piatto a base di stinco di maiale dal sapore unico.
La prima attenzione è rivolta all’acquisto dell’ingrediente principe. C’è molta cura che la carne provenga da allevamenti, non intensivi, locali o comunque territoriali.
A questo punto si prepara lo stinco, eliminando il grasso in eccesso, che viene sistemato in una teglia con un contorno di patate tagliate a grossi cubetti e aromatizzate con rosmarino, sale e olio.
Il tutto viene fatto cuocere non in un comune forno da cucina, ma nel forno a legna (quello per le pizze per intenderci).
La cottura avviene lentamente, in modo che le carni conservino tutta la loro tenerezza, e, soprattutto, catturino gradualmente tutto il sapore e il profumo degli aromi aggiunti.
Le varianti più gustose al piatto tradizionale vedono lo stinco aromatizzato con limone, o preparato alla “cacciatora”, con pomodorini, origano e cipolla.
Preparatevi! Perché lo stinco di maiale preparato da Rocco ha un vero sapore esplosivo.
Il gusto unico, dato da ogni assaggio, dipende dall’uso di ingredienti selezionati e, soprattutto, territoriali.
Infatti qui si preferisce l’utilizzo di patate di Letino, cipolle di Alife e pomodorini coltivati in zona perché solo in questo modo si riesce a ricreare il sapore tradizionale, “antico”, di questo succulento piatto.
Se volete arricchire ancor di più il gusto di questa fantastica portata, accompagnatela con un bicchiere di vino Casavecchia.
Il risultato è da leccarsi i baffi!