di Antonio Croce

Fra le aree naturalistiche più interessanti della provincia di Caserta, il vulcano Roccamonfina rappresenta una preziosa miniera che ospita circa un migliaio di specie di piante. Diversi contributi scientifici, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, hanno reso noto il patrimonio floristico del comprensorio.

Durante questo lavoro, in cui sono state censite anche oltre 50 specie, sottospecie e ibridi di orchidee spontanee, nella fredda forra del fiume Savone è spuntata una piccola elleborina che ha reso alquanto enigmatica la sua classificazione.
Il microclima particolare di questo luogo ha fatto sì che l’elleborina del Savone venisse identificata come Epipactis gracilis, specie tipica delle faggete dell’intero territorio italiano. Grazie all’intuito e all’esperienza di Luciano Bongiorni, massimo esperto delle Epipactis, e di altri due studiosi (Silvana Fori e Riccardo De Vivo) si arrivò, dopo 10 anni di studio, ad avvicinare queste piante a quelle di una specie centroeuropea. Così furono “battezzate” come Epipactis nordeniorum, sottospecie maricae, epiteto ispirato alla ninfa delle acque venerata dai Romani. Infatti la nostra Epipactis vive sempre a poca distanza dall’acqua corrente, su suolo umido. Successivamente qualche studioso tedesco l’ha ritenuta una specie a sé e ha proposto la denominazione Epipactis maricae.

Il suo habitat ideale ricade nel comune di Teano. Troviamo poi individui sparsi in un breve tratto del Savone, in tutto non più di una cinquantina di esemplari, in un ambiente esposto a diverse minacce. Proprio a causa della ridotta consistenza numerica dell’orchidea, del fatto che in tutto il mondo esiste solo qui, e che sul suo habitat insistono notevoli pressioni, nel 2018 è stata inserita nelle Liste Rosse della IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della Natura) nella categoria “CR”, criticamente minacciata di estinzione. La sopravvivenza di questa perla, per ora esclusiva del vulcano Roccamonfina, del Parco Regionale e dei comuni di Roccamonfina e Teano, è affidata nelle mani di cittadini, turisti o amministratori.
Per questo motivo, raccomandiamo di lasciarle crescere libere nel loro ambiente naturale e di non raccoglierle, così da poterle ammirare ogniqualvolta si raggiunge questo affascinante e ricco angolo naturalistico della Campania.